FRAGOLA, FRUTTO STRATEGICO PER IL CESENATE

Prolungare la stagione delle fragole, spingere sull’innovazione varietale e puntare su sapore e qualità del frutto. Sono questi gli spunti emersi durante l’incontro “Fragola in coltura protetta e pieno campo: innovazioni tecniche”, promosso nei giorni scorsi dal Mercato Ortofrutticolo di Cesena in collaborazione con il Crpv e il Crea, a cui hanno partecipato numerosi operatori ortofrutticoli.

“Questo testimonia l’interesse per la fragola e per gli appuntamenti formativi promossi dal Mercato – sottolinea il presidente Domenico Scarpellini – Cesena per tanti anni è stata la capitale della fragola, una coltura che ha rappresentato un’importante fonte di reddito per i produttori. Poi qualche cosa è cambiato e ora la Romagna rischia di segnare il passo: come hanno ricordato i ricercatori del Crea, oggi sono circa 120 gli ettari dedicati alla fragola, mentre quindici anni fa erano circa mille. Tuttavia – rimarca Scarpellini – attraverso l’innovazione e la proposta di un prodotto locale, che sul mercato porti i valori di freschezza, tipicità e gusto, la fragola potrà riservare ancora soddisfazioni agli agricoltori”.

Incontro Fragola

E se si punta sulla qualità, individuando la giusta varietà, anche i consumatori premieranno gli sforzi del mondo produttivo. “Il Mercato Ortofrutticolo di Cesena – aggiunge il coordinatore della struttura, Matteo Magnani – condivide l’obiettivo di aiutare i fragolicoltori per ottenere un prodotto di alta qualità. La richiesta di fragola è sempre alta nella nostra struttura, con circa 10.000 quintali trattati nel 2016 pari al 2.7% di tutta la frutta fresca commercializzata, una percentuale raddoppiata rispetto al 2015”.

Gianluca Baruzzi, dell’Unità di ricerca per la Frutticoltura del Crea di Forlì, ha spiegato l’importanza di ampliare la finestra produttiva della fragola in Romagna, suggerendo di valutare anche una produzione autunnale, come succede in Veneto. E le sperimentazioni portate avanti stanno dando risultati positivi. Il ricercatore ha messo in evidenza come ci siano troppe varietà coltivate nel nostro territorio, focalizzate più sulla quantità che sulla qualità. Attraverso l’innovazione varietale sarà possibile invertire questo bilanciamento.

“Siamo soddisfatti del riscontro del primo incontro tecnico del 2017 – conclude Domenico Scarpellini – e ne abbiamo già altri in programma su albicocche, susine e sul tema dell’etichettatura. Con questi appuntamenti ci poniamo al servizio degli operatori ortofrutticoli, per condividere con loro novità e strategie di un’ortofrutta moderna, capace di stare al passo coi tempi e di soddisfare le esigenze dei consumatori in termini di gusto e salubrità del prodotto, distribuendo allo stesso tempo un giusto reddito lungo l’intera filiera”.