MELE BIO, INTERESSE E PARTECIPAZIONE
Un numeroso gruppo di intervenuti, tra operatori del Mercato ortofrutticolo di Cesena e di produttori del territorio, ha partecipato all’ultimo seminario tenico promosso da Filiera ortofrutticola romagnola e dedicato a “Nuove varietà di melo, cultivar resistenti alla ticchiolatura per la melicoltura biologica”.
A parlare di questo tema, nella sala riunioni del Mercato ortofrutticolo di Cesena, è intervenuto Claudio Buscaroli del Crpv. L’esperto ha fatto una panoramica sul comparto melicolo che, nel 2017, dovrebbe contare su una produzione italiana pari a 1,75 milioni di tonnellate, in calo del 23% rispetto ai 2,27 milioni del 2016 a causa delle gelate che hanno condizionato le produzioni melicole in montagna. In Emilia-Romagna la produzione è all’incirca stabile: sui 4.618 ettari investiti a melo, la produzione 2017 si dovrebbe attestare sulle 160mila tonnellate. A far la parte del leone sono soprattutto le province di Ferrara e Ravenna.
Buscaroli ha evidenziato come sia in diminuzione la superficie dedicata al melo in Emilia-Romagna, ma il biologico e le varietà resistenti alla ticchiolatura potrebbero essere una risposta a questo trend. La mela di pianura, soprattutto in annate come questa, dimostra di avere un suo mercato.
L’incontro è stato aperto dal direttore del Mercato, Matteo Magnani, dichiarando che: “Appuntamenti come questi sono utili per avere scenari aggiornati sull’innovazione variatale e riferimenti tecnici che, per produttori e grossisti, sono fondamentali per interpretare il mercato e individuare la strategia migliore per le proprie aziende. La mela è un prodotto simbolo della frutticoltura italiana e il biologico sta vivendo una stagione di grande sviluppo: come Mercato siamo felici di organizzare momenti come questi, molto apprezzati dagli operatori, mercoledì 6 marzo proporremo un aggiornamento sulle orticole da mercato fresco mentre martedì 20 un appuntamento dedicato al pesco, frutto simbolo della Romagna”.
Il presidente del Mercato ortofrutticolo di Cesena, Domenico Scarpellini, ha sottolineato che una strategia alimentare può rappresentare un passo cruciale verso la conversione ad una agricoltura etica ed ecologica, verso un lavoro agricolo meno precario, giustamente retribuito e più degno di considerazione sociale.